CLT E IL GREENPASS
CLT rispetta la libera scelta di chi sceglie di vaccinarsi per il virus covid19 e di chi sceglie di non farlo, senza discutere sui rispettivi motivi.
Sulla scelta del Greenpass come attestazione in sé non abbiamo una posizione. Certo il luogo in cui nasce è la mentalità centralista, verticista, quello dell’asimmetria di potere.
Sull’applicazione del GP invece lo stato italiano ammette la sua relazione con i propri cittadini:
è senza dubbio un sotterfugio per costringere le persone ad una scelta senza prendersi le responsabilità di questa costrizione. E questo non suona nuovo ai toscani né agli italiani.
Si ripete il rapporto tra istituzioni e cittadini che ognuno di noi nel quotidiano può verificare: non c’è alcuna fiducia in Italia tra istituzioni e cittadini, ci sono sudditanza e obbligatorietà. Lo stato non ci ritiene in grado di capire o di decidere, nella migliore delle ipotesi ragiona con il motto “sappiamo noi cosa è meglio per voi”; nella peggiore ci dice solo “arrangiatevi”.
I motivi sono storici, ma si perpetuano in ogni posizione presa dallo Stato italiano con le persone che ci vivono, che sia autonoma o recepita in maniera gregaria dall’Unione Europea, ora di Roma, ora di Bruxelles.
E poiché lo usano per schiacciarci, noi non vogliamo che né la prima né la seconda abbiano tutto questo potere sulle regioni d’Italia e d’Europa.
Perciò il GP è una misura coercitiva, arbitraria, discriminatoria, inutile e persino potenzialmente dannosa. Aggiornato, potrebbe essere strumento utile, ma viene usato come un bastone.
Perciò siamo contro il Greenpass.
A differenza di governi che impongono e dicono di tacere, il nostro modo di pensare passa dalla fiducia, e siamo certi che i toscani, come gli italiani abbiano grandi potenzialità per andare verso l’autogoverno dei territori.
La fiducia vuol dire dare autonomia, non solo ascoltare.
Contro decisioni centraliste e calate dall’alto, ancor più contrari quando portano ostinatamente le persone a dividersi, a non capirsi, a non dialogare. Il Greenpass si abbatte su famiglie e lavoratori creando difficoltà, discriminazioni reciproche e fomentando un clima da guerra civile, guerra tra impauriti.
Occorre un nuovo patto sociale. Chi pensa ad amministrare, deve pensare in anticipo, prima di varare i provvedimenti, alle difficoltà che le persone potrebbero incontrare.
E CHI PRESIDIA IL TERRITORIO TOSCANO?
Nondimeno, in questa pandemia rimane grande la nostra preoccupazione per il territorio, ora più che mai saccheggiato da cementificazioni e grandi opere senza senso, senza un pensiero diverso per il futuro, solo presente. Stiamo andando in direzione opposta a quella della salute dei cittadini e dell’ambiente. Appalti dati senza più controlli, multinazionali o grosse imprese che gestiscono i centri storici, i trasporti, insabbiamento di casi di inquinamento gravissimi come Keu o Blu mais (vedere ns. articolo al riguardo https://www.comitatolibertatoscana.eu/inchiesta-blu-mais-toscana-terra-dei-fuochi/) destinati a lasciare strascichi per generazioni di toscani, deforestazione urbana, saccheggio della Toscana.
Sembra che tutto questo in era pandemica conti poco o nulla.
Per questi motivi non ci fermeremo e continueremo nella nostra lotta per la nostra terra, a presidiare il territorio e a proporre l’autogoverno dei toscani e delle loro comunità.