Il campionato dei… rendering

IL CAMPIONATO DEI RENDERING

 

La Toscana(e in gran parte il resto della penisola) è da sempre terra di arte,cultura, paesaggi tra i più belli del mondo, grande agroalimentare e… gioco del calcio.

Questo sport, nato in Inghilterra nella forma in cui lo conosciamo oggi, ma con radici antiche, tra cui fiorentine (basti vedere il Calcio in Costume o Calcio Storico Fiorentino), fa parlare di sé ormai da più di cento anni.

Negli anni antecedenti la prima e la seconda guerra mondiale, tutte le città erano dotate di stati più o meno capienti, che ogni domenica si riempivano di persone che riversavano nella domenica le loro fatiche settimanali. Sono passati molti anni e, a fine anni ’80, con l’assegnazione del Campionato del mondo di Calcio, all’Italia nel 1990, molti vecchi stadi si sono rifatti un po’ il trucco, nascondendo sotto qualche restyling, gli acciacchi di decenni di partite. Ma come si sa , alla lunga, tutti i nodi vengono al pettine.

Il tempo sembra essersi fermato proprio ai primi anni ’90. Da li in poi, raramente, si è parlato di nuovi stadi, sopratutto si è pensato a mantenere agibili quelli già esistenti senza un progetto per il futuro. Ormai il 90% degli impianti è quantomeno obsoleto, e in molti casi, fatiscenti e onerosi , con un continuo riversamento di risorse pubbliche per sottostare alle ferree regole della federazione e alle più stringenti norme europee in fatto di stadi. Sono così sorti vari comitati, e società sportive, sempre più volenterose di dotare le proprie città di nuovi impianti, moderni e adatti ad ospitare un pubblico più esigente di quello di 80 anni fa.

Ormai, settimanalmente ci sono presentazioni di nuovi progetti di varie cordate, illustrati con importanza da amministrazioni pubbliche e società sportive, che cercano di vincere le varie gare d’appalto che vengono fatte in ogni posto. Ciò che più interessa sono gli appalti edilizi, per gli stadi e le opere connesse: centri commerciali, palazzine residenziali, parcheggi interrati ecc.

Basti vedere il caso del nuovo Franchi a Firenze, ormai diventata quasi una telenovela, da tanti personaggi che si susseguono, e da politici e soprintendenza che si combattono sul territorio.

Anche a Pistoia, poco tempo fa si è fatta avanti una cordata d’imprenditori del nord , tra cui i costruttori dello Stadio Giglio di Reggio Emilia, con il loro progetto di “Future Green Stadium Marcello Melani” , uno stadio “sostenibile”, con pannelli fotovoltaici sulla copertura, grande parco all’esterno, ma anche l’immancabile centro commerciale. Costo stimato in 80/90 milioni di euro.

Stesso discorso a Lucca, presentato nel giugno 2021 il nuovo “Porta Elisa”, progetto che però,ha fatto pochi passi in avanti da quella data.

A Pisa avevano presentato nel 2017 la nuova “Arena Garibaldi”, con termine dei lavori nel 2023, ad oggi sembra essere rimasto tutto fermo.

E Livorno, Empoli, Arezzo… Tanti progetti, tanti modelli, ma nessun nuovo stadio. Intanto il vecchio diventa fatiscente e inagibile, i milioni di euro per far giocare le partite a porte aperte scorrono via dalle varie casse comunali. Le profonde ristrutturazioni, che eviterebbero nuove costruzioni mastodontiche in aree diverse da quelle occupate dai vecchi impianti sono sempre oggetto di critiche, sopratutto se di mezzo ci sono vincoli.

Dal nostro punto di vista, è chiaro che, impianti costruiti da zero in nuove aree, appaiono come meno dispendiosi nell’immediato, ma potrebbero creare disagi zone non pronte, si renderebbero necessarie nuove infrastrutture, strade, passaggi di linee tranviarie o ferroviarie, opere ad alto impatto ambientale, con grandi consumi di suolo.

E comunque riqualificate le zone dove sorgono ora i vecchi stadi, con rischi di speculazioni edilizie in zone urbanisticamente già saturate, tonnellate di colate di cemento in aree che avrebbero necessità di un’urbanistica più a misura d’uomo e maggiore sostenibilità ambientale.  Siamo sempre per riqualificare e dare maggior attenzione alle periferie, vogliamo tanti centri vitali, ma non sono gli stadi a migliorare la vita quotidiana dei quartieri o delle frazioni dimenticate.

Intanto godiamoci i disegni, che rimarranno tali ancora per molto tempo, magari creando un vero e proprio concorso di bellezza o “Campionato dei Rendering”.