Il progetto #LiberaToscana va avanti. Abbiamo un contenitore. Stiamo recuperando attivisti civici, ambientalisti, autonomisti e altri ribelli, superando le difficoltà e le diffidenze che purtroppo non sono mancate. Prosegue il nostro dialogo con alcuni consiglieri regionali uscenti. Il mondo intero, non solo la Repubblica Italiana, è rallentato dalla necessità di contenere e frenare il contagio del #coronavirus, ma comunque le elezioni regionali #Toscana2020 si dovranno fare e noi ci saremo.
Daremo un messaggio di speranza agli abitanti della Piana, confermando il nostro NO al nuovo aeroporto di Peretola.
Offriremo a tutti i territori un progetto per AMBIENTE, SALUTE, AUTONOMIA TOSCANA, che diventeranno un motore per creare nuovo LAVORO LOCALE.
Qui di seguito pubblichiamo una riflessione di Mauro Vaiani, presidente del consiglio federale di Comitato Libertà Toscana, destinata a tutti coloro che hanno aderito alla costituente #LiberaToscana, a tutte le liste civiche, a tutti i ribelli scontenti del centrosinistra e del centrodestra.
Prato, 7 marzo 2020 – Riflessioni di Mauro Vaiani, a margine di un incontro promosso da Toscana Civica, con la presentazione di una ricerca sul cambiamento politico della Toscana, scritta da Lorenzo Salusest, Andrea Pannocchia, Niccolò Macallè (“E se cadesse la Toscana? – PoliticalData, 2020 – https://www.political-data.it/).
La Toscana ha avuto una lunga egemonia di sinistra, cari amici, che è durata sessant’anni, ma quel sessantennio è finito da oltre un decennio. Parlare oggi di una Toscana che dovrebbe “cadere” rischia di essere fuorviante. Non sarà questo ambiguo bipolarismo tra centrosinistra e centrodestra a cambiare le cose. Dieci anni dopo, non possiamo continuare a far finta di non vedere che questa cosiddetta alternanza continua a danneggiare la Toscana, l’Italia e l’Europa.
Non è il momento di dividerci tra sinistra, centro e destra, mentre al potere restano elite che controllano sia la sinistra, che il centro, che la destra.
Semmai siamo qui per gli umili e i dimenticati, i lavoratori poveri, le classi medie impoverite, chi ha una casa ma non ha i soldi per mantenersela, chi ha un po’ di terra e non accede a contributi equi per curarla, gli artigiani e i piccoli imprenditori schiacciati dalla burocrazia (non dalle tasse!), i nostri territori più marginalizzati, i nostri anziani soli.
Siamo qui per fermare la fuga dei giovani, aiutare le famiglie a fare un bambino, se lo desiderano, far sentire tutti più liberi, a cominciare da coloro che, come vi parla, sono diversi e ribelli.
C’è un contenitore per riunirci. Ci abbiamo lavorato e ci abbiamo creduto. Ci sono le condizioni per una lista civica, autonomista, ambientalista per la Toscana, aperta, plurale, inclusiva. Il contenitore c’è.
in un mondo di incertezze, esiste una certezza in questo momento della nostra storia toscana: se il mondo civico si riunisce, possiamo fare insieme un grande risultato. Sinistra, centro, destra, Cinque Stelle non hanno ascoltato e non hanno realizzato. Né come maggioranza, né come garanti del pluralismo e dell’opposizione. Grazie alla loro supponenza, a causa della loro miopia, tra l’altro, andiamo al voto, quando ci andremo, con una legge elettorale vergognosa, per eleggere un presidente che ha i poteri di un ducetto e un parlamento toscano che non riesce più a rappresentare tutti i nostri territori, dalle isole alle montagne.
La nostra lista civica regionale si sta unendo attorno a un impegno per ambiente, sanità, autonomia, che se ripensati sarebbero motori di nuovo sviluppo, oltre che garanzia di avere più posti di lavoro, buoni e vicini a casa, per la nostra gente e i nostri giovani.
Possiamo portare più salute alla gente della Piana, fermando il cemento e le opere faraoniche e inutili (come il nuovo aeroporto, bocciato e ribocciato da giudici e da tecnici).
Dobbiamo portare più lavoro nelle province più rurali, in una Toscana che sia, senza se e senza ma, meno “Firenze-centrica”.
Basta aspettare, basta fare le cenerentole. Il civismo, lo spazio che serve per cambiare seriamente la Toscana, se lo deve conquistare, riunendo le forze, senza aspettare decisioni o concessioni dall’alto o da altrove. I partiti sono sempre più verticali, sempre più lideristici, sempre più autoritari, talvolta retti in modo opaco e irresponsabile, quindi sempre meno attenti ai territori e agli elettori. Diamo loro una sonora lezione. Se ne siamo capaci.
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