Comitato Libertà Toscana si è schierato per una moratoria su tutti i processi di fusione dei comuni toscani. Troppe cose non ci tornano. Invitiamo i cittadini dei comuni interessati ad andare a votare NO la domenica 11 novembre 2018.
Il prossimo 11 novembre 2018 si tengono diversi referendum consultivi sulla possibile fusione di altri comuni toscani:
- Bibbiena e Ortignano Raggiolo
- Dicomano e San Godenzo
- Asciano Senese e Rapolano Terme (che dovrebbero diventare il comune delle Crete Senesi)
- Montepulciano e Torrita di Siena
- Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa
Ci sono dei problemi seri in questi processi di fusione, che ci spingono a chiedere ai cittadini di fare molta attenzione e, se sono d’accordo con alcune obiezioni che noi ci permettiamo umilmente di rilanciare, di votare nettamente NO a queste fusioni.
Ecco una serie di cose che non ci tornano.
- Queste fusioni vengono proposte dall’alto, frettolosamente, senza reale coinvolgimento della popolazione, dagli amministratori in carica (e in cerca di prolungamenti della loro carriera, in vari modi, per esempio aggirando, nel nuovo comune che nasce dalla fusione, il limite dei due mandati già svolti nei comuni sin qui esistenti).
- Si spendono soldi pubblici per una comunicazione istituzionale a senso unico a favore delle fusioni. Le elezioni si avvicinano e non si sono fatte affatto sentire tutte le voci. Che sta succedendo in ANCI Toscana, che sembra diventata un ministero della verità, impermeabile a ogni critica? Che sta succedendo alla TGR della RAI fiorentina? Che sta succedendo alla libertà di informazione in Toscana?
- Ci pare che si continui con l’autismo politico già dimostrato da un ceto politico autoreferenziale, che aveva già dato pessima prova di sé in un passato recentissimo, quello dei 183 “sindaci per il Sì” alla riforma costituzionale Boschi-Renzi-Verdini.
- Con queste unificazioni, ci si ostina a non proporre alcunché per la valorizzazione dei singoli borghi e di ciascun paesino. Tutto si risolve nell’annessione delle comunità più piccole al capoluogo del comune più grande. Le frazioni che erano neglette nei comuni preesistenti, lo saranno ancora di più nei nuovi comuni ingranditi, temiamo. Senza progetti di autogoverno e di capillarità dei servizi in ciascuno paesino, si finirà solo con l’aumentare il senso di abbandono dei cittadini. Comitato Libertà Toscana, con la sua proposta di “rivoluzione paesana“, vuole andare in senso totalmente contrario, restituendo a ogni singola comunità locale la dignità di essere un municipio toscano, garantito da proprie istituzioni elettive e da una presenza capillare di tutti i più importanti servizi pubblici universali.
- Si cerca, letteralmente, di comprare il consenso della gente, promettendo una serie di contributi che in realtà sono solo delle mance, peraltro incerte. Somme che non restituiscono affatto ai comuni ciò che il centralismo degli ultimi vent’anni ha tolto loro.
- Non si è mostrata alcuna capacità di ascolto delle criticità emerse in esperienze di fusione già avvenute, dimostrando una arroganza intellettuale e politica che, da sola, giustificherebbe il sottarsi a una scelta che è praticamente irreversibile, nell’attuale situazione politica.
- Le unificazioni rischiano anche di essere una formidabile occasione per nuova cementificazione, nuovo consumo di suolo toscano a favore di nuovi edifici pubblici, centri commerciali, quartieri dormitorio.
- Appare quanto meno sospetto che queste unificazioni vengano imposte in modo del tutto slegato da una visione più ampia e più coerente, che dovrebbe partire invece, a nostro parere, dall’abolizione delle province e delle prefetture, e dal rafforzamento di una esperienza toscana che è stata positiva per decenni, quella delle unioni intercomunali.
- Troviamo drammatico che si punti a fare comuni “più grandi”, senza resistere alla deriva centralista di un paese in cui norme europee, italiane e purtroppo anche regionali toscane, si affastellano le une sulle altre, imponendo a tutti i comuni (da Firenze al comune di montagna) le STESSE NORME, gli STESSI OBBLIGHI, le STESSE COMPLICAZIONI, con l’evidente risultato di far sentire “inadeguati” i comuni più piccoli. Va anche ricordato che, nonostante queste macchinazioni centraliste, tante amministrazioni comunali piccole continuano a dimostrarsi resilienti ed efficienti. La vicinanza e il contatto quotidiano tra governanti e governati, continua a funzionare e a produrre risultati positivi, nonostante tutte le difficoltà che arrivano dall’alto.
- Infine, ma non certo per importanza, dobbiamo segnalare la patente violazione della Costituzione. Si vogliono fare queste fusioni per forza, ignorando il parere delle popolazioni locali. Il Parlamento toscano si è assunto, in alcuni casi, la responsabilità grave di ignorare la riserva costituzionale a tutela della volontà popolare, imponendo l’unificazione anche quando essa non raggiunge la maggioranza dei consensi nei comuni interessati. Ci si è inventati la “maggioranza della popolazione complessiva”, in palese violazione dello spirito dell’art. 133 (secondo comma) della Costituzione e in contrasto con le prerogative di autonomia dei comuni garantite dall’art. 114 della Carta. Si tratta di un fatto gravissimo, che, se reiterato, condurrà prima o poi i responsabili davanti al severo giudizio della Corte Costituzionale. I vertici istituzionali della regione devono riflettere seriamente, su questo punto, perché ne va della loro stessa onorabilità e credibilità politica. Anche solo per evitare questa prepotenza regionale, che consente al comune grande di annettersi quello piccolo contro la volontà della comunità locale, ci appelliamo ai cittadini, perché votino NO.
Postato da Firenze – Barberino Val d’Elsa – Tavarnelle Val di Pesa, lunedì 29 ottobre 2018
A cura della presidenza@comitatolibertatoscana.eu