Alcune considerazioni sull’esito dei referendum toscani per la fusione di cinque coppie di comuni. In quattro casi su cinque c’è stato un NO popolare netto. E’ arrivato il momento di un ripensamento di queste fusioni imposte dall’alto. E guai a chi non ascoltasse la voce dei cittadini.
Domenica 11 e lunedì 12 novembre 2018 si sono svolti referendum sulla fusione di cinque coppie di comuni toscani. In quattro casi almeno uno dei comuni ha detto di NO, portando così alla bocciatura delle fusioni.
E’ noto che Comitato Libertà Toscana ha preso una chiara posizione contro queste unificazione imposte dall’alto, coerentemente con il nostro ambizioso progetto di “rivoluzione paesana“. Noi crediamo che ogni singolo paesino, rione e borgo della Toscana debba avere le sue istituzioni di autogoverno locale.
Durante la campagna referendaria è stato spiegato con ampiezza di documentazione che:
– fondere comuni non fa risparmiare, perché non esistono economie di scala nell’erogazione di servizi pubblici, se non riducendoli e chiudendo sportelli; tutti coloro che vivevano in un piccolo comune e oggi vivono in un comune più grande lo sanno; con il crescere delle dimensioni degli enti esistono invece le diseconomie di scala, le verticalizzazioni, le complicazioni, le esternalizzazioni, la creazione di precariato; per chi volesse cominciare a studiare e a riflettere, contro la fallacia di tutti coloro che dicono “uniamoci per risparmiare”, consigliamo di cominciare da scritti come quelli di di Rossano Pazzagli;
– i promessi finanziamenti hanno durata breve e sono sempre incerti; vengono decisi anno per anno dallo stato e dalla regione, in una situazione in continua evoluzione; quello che arriverà verrà comunque consumato dai costi di riorganizzazione insiti nella unificazione;
– la rinuncia a un rapporto più diretto fra cittadini e uffici comunali avrà conseguenze estremamente negative, come sanno bene coloro che vivono e lavorano in comuni più grandi.
Nell’attuale ordinamento, avendo al potere le attuali elite (i sindaci e gli amministratori del Sì a tutti i centralismi), nessuno che abbia l’autonomia comunale deve rinunciarci. E i paesi e le frazioni che non hanno (o non hanno più) un proprio centro civico, devono lottare per averlo, facendo applicare l’art. 8 del TUEL.
Facciamo notare che i progetti di fusione sono stati portati avanti con tale astrattezza e supponenza, da indurre nei cittadini un ulteriore senso di frustrazione e distacco. Erano chiamati al voto 51.343 cittadini. Su una questione di democrazia locale così importanti sono venute ai seggi solo 22.854 persone, pari al 44,51%.
Altra questione grave, che non vogliamo che passi nel dimenticatoio, è il grave deficit di parità di accesso all’informazione che si è registrato. Le istituzioni toscane, gli amministratori locali, la stampa locale, la RAI regionale, l’ANCI hanno imposto una narrazione monocorde, tutta a favore delle fusioni. Di fronte a questo massiccio conformismo, la ribellione di così tanti comuni è stata un piccolo miracolo di risveglio civico e culturale.
Un avviso agli attuali legislatori della Toscana, in particolare al presidente del parlamento toscano Eugenio Giani: il NO di così tanti comuni alla fusione vuol dire NO. Che nessuno si azzardi a ripetere la forzatura che fu imposta al piccolo comune di Abetone con la sua annessione forzata a Cutigliano, nel 2016, con la scusa della “maggioranza complessiva dei votanti”, in violazione flagrante dell’autonomia comunale sancita dall’art. 114 della Costituzione, e contro lo spirito del secondo comma dell’art. 133 della Carta stessa.
Un commento sull’unica coppia di comuni in cui ha vinto il Sì, quella di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa. In questi due comuni si è imposta per anni una propaganda martellante, pagata con soldi pubblici. Si sono imposti alle comunità dei fatti compiuti. Le elite dominanti nei due comuni hanno tentato di condizionare i cittadini con ogni mezzo. Hanno strappato la loro fusione, ma siamo certi che essa diventerà una vittoria di Pirro. Il borgo di Barberino è stato già svuotato (per farne un altro dei paesini finti per turisti?). Alcune frazioni sono in corso di gentrificazione (isole felici per pochi privilegiati). Altre parti dei due comuni sono già state ridotte a dormitori per pendolari che fanno a lavorare a Firenze o altrove. Nel nuovo comune unificato continuerà la battaglia nonviolenta, civica e civile, per dare ad ogni borgo e frazione la dignità di comunità autonoma che si autogoverna, come è nello spirito della nostra proposta di “rivoluzione paesana“. C’è bisogno di più centri civici in Toscana, non certo di meno democrazia locale.
Coloro che, con prepotenza politica e amministrativa, hanno accoltellato alle spalle Barberino, Tavarnelle e tutti gli altri paesini, finiranno con l’accoltellarsi fra di loro. Il fine non giustifica i mezzi, mai, e il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, anche in politica.
Comitato Libertà Toscana resta al fianco dei comitati per il NO alle fusioni e in particolare al fianco degli amici di Obiettivo Comune.
CLT ringrazia il sindaco Marco Buselli di Volterra, per il suo impegno civico e democratico, portato avanti assieme al suo movimento Orgoglio Comune.
Grazie a Sergio Staderini, già amministratore nel Valdarno, che si è impegnato in prima persona in molti dei comuni al voto.
Un saluto infine agli amici dell’Emilia, che sono venuti in Toscana a testimoniare del fallimento – anche amministrativo – delle operazioni di fusione troppo improvvisate e troppo avventate, come Simone Rimondi, della Rete Italia Comune (https://www.facebook.com/Rete-Italia-Comune-703702136425308/).
Per chi volesse approfondire:
http://diversotoscana.blogspot.com/2018/09/ripensamento-fra-val-di-pesa-e-val-delsa.html
https://www.comitatolibertatoscana.eu/moratoria-sulle-fusioni-dei-comuni-toscani/
http://www.agenziaimpress.it/news/referendum-fusioni-risultati-nei-dieci-comuni-toscani-al-voto/
http://www.agenziaimpress.it/news/referendum-fusioni-risultati-nei-dieci-comuni-toscani-al-voto/
https://www.facebook.com/lagattanonmuore/ (il sito del Comitato NO fusione Barberino-Tavarnelle)
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