Libera Firenze ha presentato liste in tutti e cinque i quartieri di Firenze. Qu, il 26 aprile 2019, in vista delle elezioni del 26 maggio 2019i trovate il semplice ed essenziale programma d’azione che è stato depositato per tutte e cinque queste istituzioni, che le precedenti amministrazioni hanno inutilmente ingrandito, reso artificiali, svuotandole, al tempo stesso, di ogni reale funzione. Se riusciremo a entrare nei cinque quartieri, lo faremo per contestarli dall’interno e restituire a Firenze una rete di centri civici rionali, corrispondente a porzioni di città più a misura d’uomo, a rioni più vivibili, più partecipati, meglio amministrati.
LIBERA FIRENZE
Programma amministrativo
Elezioni comunali di Firenze 26 maggio 2019
presentato nei cinque quartieri:
quartiere 1 (CENTRO STORICO)
quartiere 2 (CAMPO DI MARTE)
quartiere 3 (GAVINANA – GALLUZZO)
quartiere 4 (ISOLOTTO – LEGNAIA)
quartiere 5 (RIFREDI)
Introduzione
La lista LIBERA FIRENZE si presenta anche nei quartieri del comune di Firenze per contestarne dall’interno le dimensioni, i confini artificiosi, lo svuotamento di poteri e di risorse.
Attueremo nel quartiere quanto previsto nel programma amministrativo presentato dal candidato sindaco FABRIZIO VALLERI (il Vallero) a livello comunale.
In particolare, insieme ai rioni del quartiere, mobiliteremo i cittadini per attuare la rivoluzione rionale, di cui riproduciamo qui un estratto.
La rivoluzione rionale
Con la “Rivoluzione Rionale” (presentata alla SMS di Peretola il 26 febbraio 2018 dal gruppo di lavoro per Firenze di Comitato Libertà Toscana (https://www.comitatolibertatoscana.eu/la-nostra-proposta-per-firenze-2019/) torniamo a restituire centralità a un tema antico: come si abita una città, vivendone innanzitutto il quartiere in cui abitiamo, raggiungendo a piedi tutto ciò che è essenziale alla vita quotidiana.
Ci serve una rivoluzione rionale, in alternativa al verticismo di una città amministratata dall’alto (e forse da altrove). Ci serve ripartire dalle periferie inascoltate. Ci serve far partecipare più fiorentini che sia possibile al governo di Firenze. Dobbiamo dimostrare capacità di ascolto di cosa vogliono i cittadini che vivono nella “Firenze 2”, le periferie lontane dal centro, dalla “Firenze 1”, quella che è sempre in vetrina.
Senza interpellare i cittadini, il comune di Firenze procede su molti temi che ci condizioneranno per molti anni a venire, come aeroporto, servizi sanitari (chiusura di S.Rosa), trasporti (tracciati discutibilissimi delle tramvie presenti e future), stadio.
I territori vengono abbandonati da istituzioni, residenti e attività commerciali.
I problemi di cittadini, comitati, rioni, quartieri possono essere affrontati e risolti, invece, strutturando la città in un modo completamente diverso.
Noi presentiamo oggi una strada nuova da intraprendere al più presto.
La proponiamo a tutti i cittadini, perché partecipino alla costruzione del nostro programma e a ripensare Firenze.
Da queste basi partiamo oggi per costruire la nostra lista e le nostre idee per una nuova Firenze.
Abbiamo scelto di chiamare la proposta ai fiorentini “Rivoluzione Rionale”.
Firenze può essere ripensata e gestita restituendo autonomia ai suoi RIONI, ritagliati ispirandosi a quelli tradizionalmente noti, ma aggiornati sulla base delle trasformazioni che l’urbanesimo e i cambiamenti infrastrutturali hanno apportato al territorio. Devono essere costituiti come comunità coese e riconoscibili.
Ogni rione avrà SERVIZI DI BASE, che saranno raggiungibili a piedi: i nidi, le scuole, giardini, giochi per i bambini, strutture sportive, centro anziani, biblioteca, sala riunioni, centro sanitario, ufficio comunale decentrato capace di erogare ogni servizio e informazione. Il personale sarà quello dell’attuale organico municipale, se necessario aggiornato, valorizzato, incentivato. Le sedi saranno poste in immobili già di proprietà comunale. Ciascun rione, appena possibile, dovrà avere le proprie “Oasi”, dove i cittadini dovranno trovare sostegno e aiuto, la mano tesa di un comune amico, al servizio dei suoi cittadini.
Il ripensamento della città su base rionale e il decentramento dei servizi consentiranno minori spostamenti e quindi favoriranno una riduzione del traffico. Il ritorno di centri pubblici maggiormente presenti sul territorio, dotati dei propri vigili urbani, porterà come conseguenza diretta una maggiore SICUREZZA per persone e proprietà.
Il comune e i suoi rioni si impegneranno per favorire le imprese locali, la piccola distribuzione, chi vende i prodotti a km 0, gli impianti familiari e condominiali di energie rinnovabili, modificando e semplificando i regolamenti e le procedure comunali e comunque aiutando cittadini e imprese a districarsi nei meandri della burocrazia italiana.
Il principio cruciale per ripensare la città sarà quello dell’AUTOGOVERNO. L’ascolto dei cittadini, delle loro associazioni, dei loro comitati sarà la regola. Con spirito collaborativo, i fiorentini, i loro rioni, il loro comune, potranno gestire al più basso livello tutta la manutenzione e ogni possibile miglioramento dei beni pubblici, comprese le strade rionali, la gestione del verde, il decoro e l’ordine nell’accesso ai posti auto per residenti e lavoratori.
I rioni avranno i propri RAPPRESENTANTI (dando attuazione all’art. 8 del TUEL, il testo unico sugli enti locali). Promuoveremo un processo innovativo di selezione dal basso di consiglieri rionali che dimostrino non solo di avere consenso, ma anche attaccamento, integrità e conoscenza del proprio territorio. Essi non saranno molti, né costeranno di più degli attuali circa 100 consiglieri di quartiere – peraltro attualmente emarginati dalla vita politica cittadina e ormai ridotti all’impotenza. In ogni rione sarà sufficiente, per rappresentare diversità politiche, di genere, di generazione, l’elezione di un numero di rappresentanti che potrebbe andare da tre a cinque. Attraverso questa nuova forma di rappresentanza, contiamo di far emergere a Firenze una nuova generazione di leader locali capaci di recepire le necessità degli abitanti del proprio rione, nel rispetto delle esigenze dei cittadini di altri rioni, dei lavoratori pendolari, degli studenti, dei visitatori, della città intera, mantenendo ben ferme le priorità della qualità della vita e della tutela dell’ambiente, nell’interesse delle future generazioni.
La presenza decentrata dei servizi nei rioni sarà sempre accompagnata dal processo di DIGITALIZZAZIONE, ma soprattutto di sburocratizzazione. Si deve consentire a chi può farlo di espletare ogni pratica comunale in rete, attraverso un portale unico, sempre più semplice, sempre più accessibile. Dal e col portale sarà sempre più semplice comunicare, iscriversi ai servizi, effettuare pagamenti e segnalazioni. Il software sarà continuamente migliorato per rendere più intuitivo ogni passaggio. L’informatizzazione deve essere ripensamento, non solo trasposizione in digitale delle stesse pratiche e lungaggini che caratterizzano il cartaceo. Mentre si migliorerà l’amministrazione digitale, tuttavia, non vogliamo un comune lontano e raggiungibile solo via computer: tutti devono poter venire in comune, passando l’uscio del proprio rione, senza rimanere più indietro per via dell’età, di limiti fisici, di mancanza di formazione digitale.
Nella nostra visione, in prospettiva, i SERVIZI PUBBLICI devono tornare sotto il controllo dei rioni e del comune. La gestione e la manutenzione devono essere affidate a istituzioni e aziende locali, ancorate al territorio, senza precari e improprie esternalizzazioni, con la partecipazione e il controllo da parte dei cittadini.
Restituire ai Fiorentini rioni da vivere camminando
I rioni sono essere porzioni significative e vivibili di città. Talora ancora riconoscibili, in più casi ritagliati a caso dalle nuove strade principali e da ricostituire, in molti da inventare.
Il rione é il punto di incontro tra l’autorganizzazione e l’autogoverno dei cittadini con le risorse e le possibilità organizzative delle diverse istituzioni al loro servizio. Il rione non è un’articolazione dell’amministrazione comunale o un centro di “erogazione” ma la strumentazione delle necessità di vita sociale e civile espresse liberamente dai cittadini.
Il rione ideale è un porzione di città in cui si possa A PIEDI raggiungere i servizi essenziali per la vita quotidiana a partire dalle persone più deboli; A PIEDI, cioè a misura di bambino che va scuola, di anziano, e di tutte le persone alle quali qualsiasi debolezza temporanea o meno impedisce o rende molto pesante acnhe i più semplici adempimenti o piccoli piaceri quotidiani. A PIEDI, perché solo in una città in cui i cittadini camminano, essi stessi possono sorvegliarla strada per strada, imponendo i miglioramenti necessari e favorendo lo spirito di convivenza, base essenziale per ogni accoglienza. Avrebbero inoltre l’attenzione necessaria alla rimozione delle BARRIERE ARCHITETTONICHE più efficace certo di ogni convegno di architetti e della fastidiosa e bugiarda propaganda .
Il comune, con i suoi oltre quattromila dipendenti, con le sue decine di proprietà immobiliari, ha la forza e le risorse per aprire un proprio ufficio in decine di RIONI. Nessuno dovrà più andare per forza in Palazzo Vecchio o al Parterre, per sbrigare qualsiasi pratica o per avere un contatto diretto. In ciascun ufficio rionale ci dovranno essere degli impiegati formati e incentivati per risolvere ogni problema alle persone, riducendo al minimo tutte le incombenze burocratiche, dedicando una particolare attenzione ai cittadini più deboli e più vulnerabili.
Ciascun rione dovrà nel tempo organizzare e mettere a disposizione di tutti i servizi che mancano nel suo territorio: una ambulatorio con infermeria comune per i medici e i pediatri di famiglia; un consultorio; un assistente sociale di territorio; un bagno pubblico; uno spazio per gli animali; un centro anziani; una biblioteca o almeno una sala di lettura; un punto di riferimento per i problemi giudiziari, compresa l’ospitalità a figure come giudici di pace, conciliatori, mediatori di controversie.
Ciascun rione dovrà essere abitato. Per riportare residenti nelle aree desertificate dallo sfruttamento turistico, il comune userà principalmente il suo patrimonio edilizio, creando nuovi alloggi popolari. Tutte le grandi proprietà – a cominciare da quelle pubbliche, militari, ecclesiastiche – dovranno essere chiamate a fare la loro parte per creare alloggi per le famiglie, in ogni rione.
Un rione di Firenze necessità di…
– un “centro” piazza, giardino, o comunque uno spazio pubblico, magari pedonalizzato, raggiungibile a piedi dove arrivi almeno un mezzo di trasporto pubblico
– un giardino accogliente per tutte le generazioni
– alcune vie “centrali” dove si possa andare agevolmente ed in sicurezza a piedi, in carrozzella, coi passeggini
– una scuola rionale comunale (o comunque pubblica) che accolga i bambini fino almeno alla fine del ciclo primario
– una sala per riunioni a disposizione gratuita per le iniziative dei cittadini
– un centro medico moderno attrezzato per prevenzione, guida agli accessi sanitari, presa in carico degli adempimenti piccole emergenze, ecc.
– una biblioteca rionale
– una “casa comunale” con uno sportello dove si possa svolgere ogni pratica
– spazi idonei ed attrezzati sono da destinarsi alla presenza, anche a rotazione, di assistente sociale di territorio, conciliatori familiari, giudici di pace, ecc.
– un centro di “digitalizzazione ed assistenza” che aiuti tutti, cittadini ed operatori ad accedere a tutti i tipi di sevizi accessibili online e gli aiuti e segua nel rendersi autosufficienti ed ad acquisire mano mano gli ulteriori sviluppi del settore.
Tutte le espressioni presenti di organizzazione sociali di base e di promotori della gestione dei BENI COMUNI, potranno fornire supporto ed assistenza gratuita e volontaria al funzionamento dei servizi del rione sulla base di convenzioni tipo revocabili senza oneri.
Qui gli originali degli atti depositati: